7. Il Teatro Sospeso — Quando la Comunità Diventa Palcoscenico

Foto di Egle Calamia

Ci sono momenti in cui un progetto prende una strada che non avevamo previsto, ma che somiglia talmente tanto allo spirito con cui è nato da sembrare inevitabile.

Abiti RiBelli è anche questo: un movimento che cresce dove trova spazio, che si espande quando la comunità risponde, che si allarga quando qualcuno decide di fare un passo in più.

L’abbiamo visto accadere di nuovo con l’iniziativa dei biglietti sospesi.

Tutto è cominciato quasi per caso, con qualcuno che non poteva venire allo spettacolo del 23 dicembre al Teatro Biondo e ha chiesto:  “Posso comunque acquistare un biglietto per donarlo a qualcuna che non può permetterselo?”

Poi ne sono arrivati altri, anche da persone che allo spettacolo verranno.

Una generosità larga, naturale, contagiosa.

Una comunità che ha deciso che il teatro non è un privilegio, ma un diritto culturale, un’esperienza che tutte devono poter vivere almeno una volta. E questo gesto ha un peso ancora più grande se pensiamo che, in Sicilia, quasi otto persone su dieci non entrano mai a teatro durante l’anno. Non perché non desiderino la bellezza, ma perché spesso la vita, le distanze, le priorità, la mancanza di occasioni o risorse lo impediscono.

Portare qualcuno in sala, anche solo per una sera, significa allora spalancare una porta che per molte resta chiusa da sempre.

Noi non gestiamo le assegnazioni dei biglietti — ed è giusto così.

Li stiamo consegnando a chi conosce davvero i bisogni del territorio:

la Scuola Sperone–Pertini, il nostro ponte con il quartiere dal 2019;

l’UIEPE, che lavora ogni giorno accanto a persone in percorsi di giustizia riparativa;

la Caritas diocesana, che raggiunge chi fa più fatica;

Sono loro a scegliere a chi destinarli: famiglie, ragazze, adulte che non sono mai entrate in un teatro o che, semplicemente, oggi non potrebbero farlo.

Il risultato?

In pochi giorni sono arrivati i primi biglietti sospesi.

Sono come piccoli semi: li affidi alle mani giuste, e sai che germoglieranno in qualcuno.

E forse il 23 dicembre, quando si spegneranno le luci, qualcunə per la prima volta sentirà l’emozione del sipario che si apre.

E in quel momento — in quello sguardo che scopre il teatro, la storia, la città — ci sarà già tutto il senso di Abiti RiBelli.

Perché questo progetto non parla solo di abiti.

Parla di dignità, di accesso, di cultura restituita.

Parla di un quartiere che non è “margine”, ma centro pulsante.

E di una comunità che, anche fuori dalla scena, continua a ricordarci cosa significa davvero essere ribelli:

aprire spazi dove prima non c’erano.

Se vuoi essere parte di questo movimento che apre porte e accende luci, puoi donare un biglietto sospeso acquistandolo qui e inviandocelo a:
📩 gsap.lartedicrescere@gmail.com

Un piccolo gesto, un grande palco da restituire alla città.

Questo è il settimo episodio — I biglietti sospesi di Abiti RiBelli.
Quando un gesto semplice diventa un atto politico di bellezza condivisa.

Il contenuto che stai leggendo fa parte del progetto Abiti RiBelli, iniziativa solidale dell’associazione L’Arte di Crescere ODV che valorizza oltre 100 abiti da sposa per finanziare la prima area fitness pubblica e gratuita del quartiere Sperone a Palermo.

Puoi contribuire:
👉 – partecipando all’asta online degli abiti da sposa, attiva dal 6 dicembre al 6 gennaio,
👉 – partecipando allo spettacolo teatrale al Teatro Biondo, il 23 dicembre alle 19:00

👉 con un libero contributo

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