8. Perché l’asta di Abiti RiBelli: quando la bellezza diventa diritto

La sera della performance al Museo Riso non è finita con gli applausi.
È lì che il progetto ha compiuto una svolta decisiva: la bellezza che incontra la giustizia sociale.

L’abito dipinto da Giulio Rosk, diventato ormai una reliquia laica della città, non era destinato a rimanere chiuso in una teca. Doveva tornare tra le mani delle persone, muovere energie, aprire spazi.
Doveva servire.

E così è stato: l’abito è diventato il cuore di un’asta speciale.
Non un’asta di lusso. Non una serata mondana.
Ma un rito civile in cui la città si è guardata allo specchio e ha deciso da che parte stare.

Un abito nuovo per un diritto antico

Da quel momento, la domanda non era più: “Quanto vale questo abito e tutti gli abiti donati?”
La domanda era:
“Quanto vale il diritto di fare sport per un bambino dello Sperone?”
“Quanto vale un luogo sicuro per una madre?”
“Quanto vale il diritto al mare, alla salute, al corpo, alla dignità?”

Il quartiere dello Sperone vive da decenni una sottrazione costante:
– niente spazi sportivi gratuiti
– niente palestre pubbliche accessibili gratuitamente a chi non ha la possibilità di pagare rette
– niente luoghi dove allenarsi in sicurezza
– poche opportunità di movimento, benessere, prevenzione
– nessun luogo pubblico dedicato a ragazze e ragazzi per prendersi cura del proprio corpo

In un quartiere così, anche il diritto allo sport diventa un privilegio.
E un bambino che non può correre, giocare, respirare libertà è un bambino cui si spezza un pezzo di futuro.

La città risponde

L’asta è un gesto collettivo.
Ponti tra mondi che spesso non si incontrano.
Chi partecipa non “compra semplicemente un abito”:
Investe in una visione.

Il ricavato è destinato alla creazione di una area fitness pubblica nello Sperone, co-progettata con le donne, gli abitanti, la scuola Sperone–Pertini, e resa possibile grazie alla collaborazione con l’Assessorato allo Sport del Comune di Palermo.

Un’area aperta, gratuita, sicura.
Uno spazio dove allenarsi, ritrovarsi, respirare, stare bene.
Un presidio di salute in una zona dove troppo spesso la salute è un lusso.

Dalla tela al suolo: quando l’arte scende in strada

Quell’abito — nato nuovo, rimasto invenduto, trasformato in icona — ha compiuto un viaggio che sembra un paradosso e invece è la sua verità profonda:

dall’altare del museo alla polvere dei marciapiedi dello Sperone.

E lì, sulla terra battuta dove i bambini giocano tra le macchine, è accaduto qualcosa di irreversibile:
la bellezza ha messo radici.
Letteralmente.

Perché con i fondi dell’asta non solo inizia la realizzazione dell’area fitness,
ma lì dove sono piantate le prime piante, installata la Casetta delle Parole, e attivati nuovi momenti di ascolto con donne, famiglie, ragazze, ragazzi, si genererà salute, comunità, libertà, empowerment.

Cento abiti donati di cui cinque dipinti da altrettanti artisti hanno generato un’azione concreta.
E quell’azione concreta ha generato possibilità.

Non è una metafora.
È politica del quotidiano.

È così che si cambia un quartiere: un gesto alla volta, un abito alla volta, una voce alla volta.

Il contenuto che stai leggendo fa parte del progetto Abiti RiBelli, iniziativa solidale dell’associazione L’Arte di Crescere ODV che valorizza oltre 100 abiti da sposa per finanziare la prima area fitness pubblica e gratuita del quartiere Sperone a Palermo.

Puoi contribuire:
👉 – partecipando all’asta online degli abiti da sposa, attiva dal 6 dicembre al 6 gennaio,
👉 – partecipando allo spettacolo teatrale al Teatro Biondo, il 23 dicembre alle 19:00

👉 con un libero contributo

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